Roma, 2 settembre 2013 ‐ Gli ulteriori allarmi sull’andamento del prezzo dei carburanti lanciati dalle associazioni dei consumatori e dagli organi di stampa specializzata, afferma l’Unione Petrolifera, sono del tutto infondati in quanto non rappresentativi dei prezzi praticati a livello nazionale che sono ben lontani dalla soglia dei 2 euro/litro di cui si è molto parlato in questi ultimi giorni. Eventuali punte di prezzo rilevate in singole realtà locali non possono perciò essere considerate rappresentative del mercato nazionale.
Il prezzo medio nazionale stimato sulla base dei dati rilevati dal Ministero dello Sviluppo Economico è infatti attualmente intorno a 1,780 euro/litro per la benzina e 1,670 euro/litro per il gasolio. Tali valori sono peraltro inferiori di circa 5 centesimi euro/litro rispetto al prezzo medio registrato nell’agosto 2012, fornendo peraltro su base annua un contributo positivo all’andamento dell’inflazione, come rilevato da un’analisi del Ref‐R pubblicata oggi sul Sole 24 Ore.
Si ricorda altresì che gli aumenti registrati nell’ultima settimana sono stati mediamente dell’ordine di 1,5 centesimi euro/litro e che i prezzi consigliati dalle compagnie petrolifere ai gestori, che fissano autonomamente il prezzo finale al pubblico, sono molto lontani dai 2 euro/litro.
Un elemento di preoccupazione, ribadisce l’Unione Petrolifera, è l’eccessivo carico fiscale che pesa sui carburanti per circa il 60% e che rischia di essere ulteriormente appesantito per effetto combinato del possibile aumento dell’Iva (1,5 centesimi) e del finanziamento del tax credit sul cinema (0,5 centesimi) previsto dal 1° gennaio 2014 dal “DL fare”, senza trascurare il fatto che esso sarebbe ancora più consistente se dovesse scattare la cosiddetta “clausola di salvaguardia” contenuta nel “DL Imu”.