Roma, 6 settembre 2013 – I ribassi dei prezzi dei carburanti registrati nel corso della settimana evidenziano la linearità di comportamento delle aziende che riflettono in totale sintonia, sia in salita che in discesa, l’andamento dei mercati internazionali, come correttamente riportato dagli organi di stampa specializzati e sottolineato in più occasioni dall’Unione Petrolifera.
Tale situazione è confermata dall’andamento del differenziale tra il prezzo industriale italiano (al netto delle tasse) e quello europeo che nella rilevazione del 2 settembre è risultato in calo ed è ora pari a 1,9 centesimi per la benzina a 1,3 centesimi per il gasolio.
I mercati internazionali restano tuttavia molto incerti e volatili, oltre che per la questione siriana ancora insoluta, anche per la riduzione dell’offerta in altre importanti aree come la Libia (la cui produzione è scesa sotto i 100.000 b/g), l’Iraq, l’Iran e la Nigeria (per un totale di oltre 3 milioni b/g, pari al 3,5% dell’offerta complessiva) che, ove non si tornasse ad una situazione di normalità, potrebbe portare a nuovi aumenti delle quotazioni come rilevato da qualificati analisti internazionali.
“Ipotizzare In questo contesto – afferma il presidente dell’Unione Petrolifera, Alessandro Gilotti ‐ nuovi consistenti aumenti delle accise sui carburanti per finanziare le misure contenute nel cosiddetto DL IMU, allo studio del Governo, appare del tutto illogico e controproducente considerato l’impatto negativo sui consumi petroliferi diminuiti del 7,3% nei primi sette mesi dell’anno, e sullo stesso gettito fiscale dello Stato, in calo nello stesso periodo di 630 milioni di euro tra accise e Iva, peraltro già provati dall’aumento della tassazione nell’ultimo anno e mezzo (pari a 20 centesimi euro/litro), oltre ad avere un effetto destabilizzante sull’industria petrolifera”.