Roma, 12 gennaio 2012 – Le misure che il Governo intenderebbe assumere per la liberalizzazione della rete di distribuzione carburanti e per la separazione tra produzione e distribuzione anticipate dalla stampa, anche se prontamente smentite da Palazzo Chigi come “prive di fondamento”, trovano l’industria petrolifera totalmente contraria.
Se tali ipotesi dovessero infatti trovare seguito in atti normativi, esse si configurerebbero come un vero e proprio esproprio a danno delle aziende con effetti dirompenti sul sistema petrolifero italiano già colpito dalla crisi della raffinazione, minando alla base la capacità di garantire l’approvvigionamento energetico del Paese.
Siamo tuttavia convinti che tali ipotesi non possano essere ascritte ad un Governo come quello presieduto dal sen. Monti che, qualificato da una reputazione di autorevolezza e competenza, sta dichiaratamente portando avanti il progressivo allineamento dell’Italia all’Europa al fine di incoraggiare quei capitali esteri che costituiscono un fattore importante per la crescita economica perseguita come priorità dallo stesso Governo.
Ciò vale in particolare per l‘ipotizzata abolizione dell’esclusiva che non può in alcun caso essere applicata agli impianti di proprietà delle aziende che realizzano l’investimento, curano la manutenzione, mettono il loro marchio e danno il tutto in uso gratuito al gestore.
La perdita, anche parziale, dell’esclusiva avrebbe un significativo impatto economico in quanto non consentirebbe, in alcun modo, né la remunerazione degli investimenti presenti e futuri né la sostenibilità dei costi operativi, anche nel breve termine. Inoltre, verrebbero pregiudicate le garanzie di qualità e sicurezza del prodotto nei confronti del consumatore senza una significativa riduzione dei prezzi come viene propagandato.
L’Unione Petrolifera è invece favorevole alle proposte avanzate dall’Antitrust nella segnalazione inviata nei giorni scorsi a Governo e Parlamento che mirano a rendere realmente più flessibile il mercato.
L’Unione Petrolifera, al fine di contribuire al dibattito in corso, ha altresì avanzato nei giorni scorsi una sua proposta al Governo che punta a: