3 giugno 2024
ALCUNE CONSIDERAZIONI TECNICHE SUL TEMA “PUNTO DI INFIAMMABILITÀ”
A seguito dei recenti articoli usciti in merito al tema del “punto di infiammabilità” dei carburanti (cosiddetto flash point), crediamo sia utile fornire un nostro contributo, di natura tecnica, per aiutare a chiarire alcuni aspetti.
Il gasolio immesso in consumo dai depositi e dalle raffinerie dei nostri Associati incontra le specifiche tecniche dei vari prodotti. L’analisi e il campionamento è effettuato con analizzatori certificati i cui risultati sono messi a disposizione delle Autorità.
Negli ultimi mesi gli Organi di Controllo hanno effettuato una serie di verifiche a valle dell’immissione in consumo, da cui sono emersi alcuni casi di fuori specifica relativi al punto di infiammabilità del gasolio.
In tali casi, a nostro avviso è importante accertare che il fuori specifica riguardi solo ed esclusivamente il punto di infiammabilità e che non vi siano anomalie relative ad altre caratteristiche del prodotto come, ad esempio, zolfo, aromatici, punto di cetano, ecc.
Casi di fuori specifica del solo punto di infiammabilità possono infatti derivare da eventuali contaminazioni tra il gasolio e la benzina. Lungo la filiera distributiva dei carburanti, fino al punto vendita, può accadere che accidentalmente gasolio o HVO entrino in contatto con piccole quantità di benzina. Tale contaminazione può avvenire sia durante i trasferimenti da deposito fiscale a deposito commerciale, sia durante il trasporto in autobotte verso i punti vendita, in quanto, nella quasi totalità dei casi, le autobotti non sono dedicate a trasportare un’unica tipologia di carburante e sicuramente le “manichette” da cui si scarica il prodotto entrano in contatto sia con benzina che gasolio.
Pertanto, una minima contaminazione può, tecnicamente, rilevarsi ed infatti la stessa Circolare del Ministero delle Finanze n. 160 dell’11 agosto 2000, nel definire il livello di contaminazione massima ammessa di benzina nel gasolio, prevede che il prodotto finale possa contenere al massimo lo 0,2% in volume di benzina.
Da prove effettuate presso laboratori terzi qualificati, è emerso che lo 0,2% di benzina in gasolio riduce il valore di infiammabilità.
I nostri Associati monitorano puntualmente la qualità dei carburanti nelle proprie stazioni di servizio ed è interessante notare che nel 2023 su 364 campionamenti effettuati, nell’ambito del protocollo europeo Fuels Quality Monitoring System, solo uno è risultato fuori specifica relativamente al flash point.
Va rilevato, infine, che il fenomeno della contaminazione da benzina è ben conosciuto sia dai produttori che dagli Organi di Controllo e un fuori specifica del solo flash point non costituisce di per sé è un atto doloso, per quanto limitato nel numero di casi.
Per questo è cruciale, come anzidetto, che all’atto della verifica su specifici campioni si accertino anche altre caratteristiche del carburante per rilevare fenomeni di contaminazione o eventualmente altri comportamenti che possano alterare la qualità del prodotto.
Confidando di aver contribuito a fare chiarezza, come Unem siamo sempre disposti a collaborare tecnicamente con gli Organi di Controllo per predisporre un disciplinare di analisi e controlli presso le stazioni di rifornimento carburanti.
La legalità e la continua attenzione alla qualità dei prodotti venduti dai nostri Associati rimane, come sempre, la nostra priorità al di là delle polemiche e a tutela della reputazione degli Associati Unem.
scarica la nota Nota Unem su flash point_3.6