DOWNLOAD 2020.01.16 Comunicato UP consumi petroliferi dicembre 2019
ANDAMENTO CONSUMI PETROLIFERI DI DICEMBRE E DELL’ANNO 2019
Roma, 16 gennaio 2020
Stando ai dati provvisori della rilevazione MISE odierna si rileva quanto segue:
MESE DI DICEMBRE 2019
Tra i prodotti con un segno positivo sono da segnalare i lubrificanti (+6,2%) il carboturbo (+5%) e il bitume (+4%).
Nel mese di dicembre le immatricolazioni di autovetture nuove hanno evidenziato un incremento del 12,5%. In particolare, quelle a benzina sono arrivate al 49% (era il 41,8% a dicembre 2018), mentre quelle diesel hanno rappresentato il 34,3% del totale (era il 46% a dicembre 2018).
Quanto alle altre alimentazioni, nel mese considerato il peso delle auto a Gpl è stato del 6,7%, delle ibride del 6,9%, a metano del 2,5% e delle elettriche dello 0,6%.
GENNAIO – DICEMBRE 2019
Nell’intero anno 2019 le immatricolazioni di autovetture nuove hanno evidenziato una crescita dello 0,3%. Quelle diesel hanno rappresentato il 39,8% del totale (era il 51,2% nel 2018), mentre quelle a benzina il 44,5% (era il 35,5% a dicembre 2018).
Quanto alle altre alimentazioni, nel periodo considerato il peso delle auto a Gpl è stato del 7,1%, delle ibride del 6%, a metano del 2% e delle elettriche dello 0,6%.
NOTA DI COMMENTO
Consumi petroliferi: un’analisi preliminare del 2019
L’economia italiana ha rilevato a fine anno segnali positivi, quali la ripartenza dell’occupazione in autunno, l’aumento della fiducia di consumatori e imprese e un lieve recupero della produzione industriale a novembre, ma con una espansione dei consumi debole in quanto la spesa che è stata frenata da un risparmio elevato. Tuttavia il contesto macroeconomico del 2019, secondo le stime più condivise, ha segnato una crescita di appena lo 0,2%, dato il persistere di una sostanziale stagnazione.
Le immatricolazioni di auto nuove (circa 1.916.000) hanno segnato un incremento solo dello 0,3%, restando più basse di circa il 3% rispetto al 2017 (anno di picco del decennio) e di oltre il 23% rispetto al 2007, quando le immatricolazioni sfiorarono i 2 milioni e mezzo: è stato quindi limitato il ricambio del parco che sarebbe uno degli strumenti principali di miglioramento della qualità dell’aria nelle città nel medio periodo.
In questo quadro, il consumo dei prodotti petroliferi secondo i dati preliminari è stato pari a circa 60,4 milioni di tonnellate, in flessione dello 0,9% rispetto al 2018: complessivamente sono state consumate 552 mila tonnellate in meno di prodotti petroliferi, principalmente per effetto del minore fabbisogno della carica petrolchimica (-12,4%).
I bitumi, nello stesso periodo, sostenuti dalla ripresa della manutenzione stradale, hanno confermato il trend di crescita (+183 mila tonnellate, +12,8%): i volumi, pari a oltre 1,6 milioni di tonnellate, sono comunque inferiori del 46% rispetto al picco del 2004, restando quindi ancora limitati anche rispetto al bisogno manutentivo delle strade.
Sono risultati in aumento il carboturbo, che ha mostrato un progresso del 4,3% (+202 mila tonnellate), i lubrificanti del 2,8% (+11 mila tonnellate) ed il Gpl dell’1,5% (+50 mila tonnellate).
Per quanto riguarda i due principali carburanti autotrazione (benzina e gasolio) si è assistito ad andamenti contrastanti: da un lato la benzina, che ha mostrato lievi segnali di recupero (+0,1%, in totale e +0,2% sulla rete), dall’altro il gasolio che perde volumi.
Il gasolio motori ha infatti subito una contrazione di 312 mila tonnellate (-1,3%), con valori annui negativi sia sulla rete (-0,8%) che sul canale extrarete (-2,1%), al netto dei ritorni.
Mentre la sostanziale stabilità della benzina risulta quale saldo dell’aumento delle immatricolazioni, da un lato, e dell’efficienza dei motori, dall’altro, sulla contrazione del gasolio hanno inciso non solo l’efficienza ma anche la debolezza della produzione industriale -per il gasolio pesante- e la perdita della leadership di mercato delle auto diesel, conquistata nel 2004, a favore della benzina. Nei 12 mesi le immatricolazioni auto diesel si sono attestate attorno ad una quota del 40%, contro oltre il 51% del 2018, a causa della penalizzazione, con blocchi del traffico, di questo tipo di alimentazione, disorientando gli automobilisti nelle loro scelte nonostante le nuove motorizzazioni euro 6 abbiano raggiunto emissioni prossime allo zero.
La debole dinamica del commercio mondiale, che è stato particolarmente penalizzato dalla guerra dei dazi fra Usa e Cina (+1,1% nel 2019, rispetto al 3,6% del 2018), e il conseguente rallentamento dell’economia mondiale, hanno determinato per l’industria petrolifera nazionale una frenata delle esportazioni (-6,0%) e il rallentamento dell’1,7% delle lavorazioni delle raffinerie. Tali risultati, rappresentano comunque un recupero rispetto agli andamenti decisamente più negativi del primo semestre.