Roma 30 novembre 2015 – Siamo d’accordo che l’elevato carico fiscale e l’arretratezza strutturale della rete distributiva sono i due principali problemi che caratterizzano il mercato della distribuzione carburanti in Italia, come emerge dall’edizione 2015 dell’Indice delle liberalizzazioni curato da IBL. Il DDL Concorrenza all’esame del Parlamento prova a dare una prima risposta, per quanto parziale, al tema della ristrutturazione della rete.
Non siamo invece d’accordo con le affermazioni della Grande Distribuzione Organizzata (GDO), apparse oggi su alcuni quotidiani nazionali (Corriere Economia e Affari&Finanza), che ritiene il mercato italiano chiuso e non concorrenziale.
La liberalizzazione del mercato dei carburanti, riconosciuta peraltro dalla stessa Antitrust, è provata dalle molteplicità di nuovi operatori oggi presenti sul mercato, nonché dalla ampia competizione sui prezzi che caratterizza il territorio nazionale, come si può rilevare dall’Osservatorio prezzi del Ministero dello Sviluppo Economico.
L’Italia, dal punto di vista del prezzo industriale dei carburanti, cioè al netto delle tasse, non solo è ormai allineata all’Europa, ma per la benzina il prezzo in queste due ultime settimane è risultato addirittura inferiore alla media europea.
Risultano pertanto pretestuose le tesi sostenute dalla GDO, soprattutto laddove ritiene una barriera all’ingresso l’obbligo di assicurare sugli impianti un terzo carburante eco-compatibile (gpl, metano, gnl, ecc.), previsto da molte Regioni per traguardare gli obiettivi di riduzione delle emissioni inquinanti di cui si sta parlando proprio in questi giorni a Parigi.