Roma 16 luglio 2013 – “Le polemiche sui prezzi dei carburanti di questi giorni sono del tutto pretestuose e infondate dal momento che non c’è nessuna anomalia nei recenti aumenti, che sono la conseguenza di un
generalizzato incremento delle quotazioni internazionali sia del greggio che dei prodotti, al pari di quanto accade nel resto d’Europa come testimoniato dall’andamento più che favorevole del cosiddetto stacco
Italia che si mantiene su livelli decisamente bassi”. E’ quanto ha dichiarato il presidente dell’Unione Petrolifera, Alessandro Gilotti.
“In questa fase i prezzi hanno riflesso in maniera del tutto parziale e contenuta gli aumenti internazionali che scontano anche un indebolimento dell’euro nei confronti del dollaro. Il vero problema – ha proseguito Gilotti – è l’elevato carico fiscale che per la benzina è superiore a 1,03 euro/litro, il 60% del prezzo totale. Inoltre, non abbiamo superato nessun record dal momento che i prezzi attuali sono assolutamente inferiori rispetto al prezzo medio del 2012”.
“Quanto allo sciopero dei gestori, visto che si è creata confusione ed apprensione tra gli automobilisti, è importante precisare che esso riguarda solo la rete autostradale. Va inoltre detto chiaramente che non c’entra nulla con l’andamento dei prezzi, come in molti hanno scritto, ma riflette una situazione di grave crisi sia per le Gestioni che per le Società Petrolifere, derivante dal crollo dei consumi e da royalties elevatissime che vengono corrisposte ai concessionari autostradali”.
“L’unica soluzione per rilanciare il settore della distribuzione carburanti – ha concluso Gilotti – è quello di un serio impegno sulla razionalizzazione del settore distributivo. Le aziende petrolifere sono pronte a fare la loro parte e da tempo hanno proposto soluzioni in linea con quanto suggerito in merito anche dalla stessa Antitrust”.