NOTA STAMPA SU TAVOLO AUTOMOTIVE MISE
23 giugno 2022
In occasione del tavolo tenutosi oggi al Mise, unem ha ribadito la propria forte preoccupazione per gli effetti, su tutte le filiere collegate all’automotive, della scelta dell’Europa di affidarsi ad un’unica tecnologia per la decarbonizzazione del trasporto leggero che, a nostro avviso, rappresenta un grave errore strategico da un punto di vista economico, sociale e di sicurezza energetica, senza alcun vantaggio ambientale.
La decarbonizzazione complessiva dei trasporti, è stato sottolineato, dipende anche dalle possibilità di sviluppo dei carburanti a basse emissioni di carbonio (LCF), ritenuti peraltro essenziali dalla stessa Commissione europea nei settori “hard to abate”, quali il trasporto aereo e navale. Possibilità di sviluppo che, di fatto, viene negata nell’ambito del trasporto leggero per il metodo di calcolo delle emissioni di CO2 adottato nel Regolamento, che prevede la loro misurazione solo allo scarico e non sull’intero ciclo di vita veicolo-vettore energetico, come sarebbe corretto.
Permettere un maggiore sviluppo di tale tecnologia, da affiancare all’elettrico per il trasporto su strada, permetterebbe di realizzare le necessarie economie di scala utili a favorirne la penetrazione anche nelle altre modalità di trasporto e a stimolare un naturale confronto competitivo tra le diverse tecnologie, al fine di fornire il mix più efficace ai fini della decarbonizzazione.
In questo modo, è stato evidenziato, verrebbe inoltre garantita una transizione equa evitando che alle fasce sociali più deboli venga negato l’accesso alla mobilità per i maggiori costi legati al passaggio al solo elettrico e si valorizzerebbe l’attuale filiera dei carburanti liquidi e gassosi, promuovendo l’evoluzione delle competenze degli impianti produttivi e favorendo il pieno utilizzo delle attuali infrastrutture logistiche e distributive già capillarmente diffuse. Parallelamente, anche l’industria dell’auto, sia in Italia che in Europa, manterrebbe la leadership nella tecnologia dei motori a combustione interna, salvaguardando gli importanti livelli occupazionali.
In conclusione, gli obiettivi di riduzione delle emissioni nei trasporti rimangono ineludibili e non si raggiungono costringendo intere filiere a chiudere, ma incentivando e accompagnando la loro riconversione per contribuire ad una reale decarbonizzazione nel rispetto delle regole di mercato.