Roma, 2 febbraio 2021
“Il PNRR rappresenta una sfida industriale decisiva per il rilancio della nostra economia e ogni linea di intervento dovrà essere coerente con quanto già previsto dal PNIEC e dal Green Deal europeo. Ciò vale, in particolare, per il settore energetico, il cui processo di decarbonizzazione richiederà ingenti investimenti, sia pubblici che privati, nelle varie articolazioni della filiera industriale dei trasporti e della mobilità. Quello che proponiamo è una strategia, basata su articolati progetti, per la progressiva evoluzione e trasformazione dei sistemi di produzione, logistica e commercializzazione dei carburanti attraverso lo sviluppo dei carburanti liquidi low carbon (bio-carburanti, waste/plastic to fuels e carburanti sintetici), destinati a sostituire con gradualità i carburanti fossili in tutti i segmenti del trasporto. Al momento il PNRR non prende in considerazione questa prospettiva industriale, su cui si stanno invece avviando investimenti importanti negli altri paesi europei, mettendo a rischio l’evoluzione dell’intera filiera e la sicurezza energetica del Paese. Crediamo che questa lacuna, che trascura le potenzialità di evoluzione della fonte energetica che oggi copre il 92% del fabbisogno nel settore dei trasporti, debba essere colmata, soprattutto per dare un segnale importante di condivisione strategica agli investitori nazionali ed internazionali evitando pericolose delocalizzazioni”.
È quanto ha ribadito il Presidente di unem, Claudio Spinaci, in occasione dell’audizione sul Recovery Plan tenutasi oggi alla Commissione Attività Produttive della Camera, nel corso della quale sono stati illustrati più nel dettaglio gli ambiti di intervento degli 86 progetti proposti dal settore per complessivi 8 miliardi di investimenti, già richiamati nella lettera inviata la scorsa settimana ai Gruppi Parlamentari di Camera e Senato.
Progetti che riguardano lo sviluppo di carburanti low carbon, derivanti da massa o rifiuti bio o da rifiuti non bio – quali la plastica – impianti pilota e progetti di ricerca per i carburanti sintetici (e-fuel), la produzione di idrogeno blu” e “verde”, lo sviluppo del gnl e biometano, le tecnologie CCS e CCU, l’evoluzione della rete carburanti verso punti vendita energie per la mobilità ed, infine, interventi per ridurre l’impatto ambientale delle attività in una logica di economia circolare e per agevolare il ripristino dei siti, nonché la digitalizzazione della filiera.
“Non ne facciamo una questione di singoli progetti, ha concluso Spinaci, perché è chiaro che ognuno dovrà poi essere valutato in base alla sua efficacia. Ci preoccupa il segnale che si dà ad un settore chiamato ad investire miliardi per adeguare la propria filiera senza, però, sentirsi parte di una strategia condivisa”.